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L’attuale momento del Pescara non è certo tra i più luminosi della storia del glorioso “Delfino”, che a metà del campionato si ritrova costretto a giocare per un unico obiettivo: il quarto posto. Troppo lontana, ormai, la promozione diretta, che sarà un affare tutto emiliano-romagnolo stando ai pronostici serie A con confronto quote: una tra Modena, Reggiana e Cesena raggiungerà la cadetteria senza dover ricorrere al “girone infernale”, ed imprevedibile, dei play-off.

In momenti come questi, dove l’entusiasmo non alberga certo nel cuore dei tifosi biancazzurri, il modo migliore per tenere alto il morale è quello di pensare a quei momenti in cui il nostro Delfino militava in Serie A e riusciva a mettere a segno risultati talvolta sorprendenti.

Quel fantastico viaggio in Serie A

Il periodo di maggior splendore resta quello vissuto sotto la guida tecnica del “Profeta”: Giovanni Galeone. Giunto in terra abruzzese dopo tre annate trascorse sulla panchina della Spal, Galeone, assunto per cercare di conquistare la promozione in cadetteria, si ritrovò improvvisamente catapultato in Serie B a causa della radiazione del Palermo. Il Pescara, quindi, prese parte alla seconda serie professionistica italiana con una squadra costruita per una categoria inferiore, con l’obiettivo, neanche troppo velato, di trovare la salvezza anche all’ultima giornata.

Ma così non fu. Quel Pescara stupì tutti e conquistò un’inattesa, ma quanto mai meritata, promozione in Serie A, la prima nella storia della società biancazzurra. Un successo, oltretutto, colto esibendo un calcio sfrontato, offensivo, mettendo in netta difficoltà società maggiormente attrezzate per cercare il salto nella massima serie. In molti, però, erano convinti fosse solo un fuoco di paglia, un miracolo destinato ad esaurirsi con un’immediata retrocessione.

La realtà, però, disse altro. Ed il Pescara di Galeone, con la stessa sfacciataggine e leggerezza con la quale conquistò il paradiso calcistico italiano, ottenne una storica salvezza, fin qui l’unica nella storia del club, prima di retrocedere l’anno successivo dopo aver lottato con le unghie e con i denti per mantenere la categoria, persa anche per via di qualche pareggio di troppo.

In quel biennio, però, non mancarono i risultati eclatanti, quelli, tanto per intenderci, che restano scolpiti nella storia di un club provinciale. Il debutto in Serie A, ad esempio, andò oltre ogni più fulgida aspettativa. La matricola abruzzese si affacciò alla massima serie esordendo alla Scala del Calcio, al cospetto della blasonatissima Inter di Giovanni Trapattoni, nelle cui file militavano “campioni del mondo” come Bergomi, Altobelli e Passarella.

Beneamata e Vecchia Signora chinano il capo al cospetto del Delfino

Una partita scontata, sulla carta, che la “Beneamata” avrebbe fatto sua a mani basse. La squadra di Galeone, invece, stupì l’Italia andando a vincere, meritatamente, sul campo dei nerazzurri, esibendo lo stesso calcio sbarazzino e divertente grazie al quale ottenne la promozione. I 65000 supporters interisti rimasero impietriti al termine del match, che vide il Pescara imporsi per 2-0 grazie alle reti di Galvani e Sliskovic, quest’ultima direttamente da calcio di rigore.

La squadra milanese, però, non fu l’unica big a dover alzare “bandiera bianca” al cospetto del Pescara del “Profeta”. In quel biennio, infatti, il Pescara riuscì nell’impresa di perdere un solo match contro la Juventus, prima sconfitta in Serie A alla terza giornata della stagione 87/88. La prima volta della “Vecchia Signora” all’Adriatico, però, rappresenta, a tutt’oggi, una pagina indimenticabile per i tifosi biancazzurri.

Dopo aver messo sotto gli uomini di Marchesi nel primo tempo, la squadra di Galeone raccolse i frutti nella ripresa grazie a due firme prestigiosissime di quel Pescara: Leo Junior e Rocco Pagano. L’anno successivo, grazie a due pareggi, il Pescara di Galeone uscì imbattuto nel doppio confronto contro i bianconeri, col memorabile pareggio al Comunale dopo aver trovato il vantaggio con Tita, attaccante brasiliano che a Pescara, però, non seppe confermare quanto di buono mostrato con le maglie di Flamengo e Bayer Leverkusen.