Prestiti

Il diffondersi dell’epidemia di coronavirus che sta interessando anche il nostro Paese ha creato indubbiamente delle difficoltà economiche sia per le famiglie che per le imprese. Ci sono stati in maniera particolare alcuni settori che sono stati molto colpiti dalle difficoltà. Nello specifico ci riferiamo al settore del turismo e a tutta la filiera connessa a questo importante campo che fa muovere l’economia italiana. In seguito al lockdown imposto per fronteggiare i contagi, molti hanno scelto (più o meno forzatamente) di non viaggiare, ma di restare presso la propria residenza. Le imprese turistiche così si sono trovate in preda ad una forte crisi, che ha messo veramente in pericolo un intero comparto molto importante per l’Italia.

Aumentano le richieste dei prestiti

Molti si sono trovati di fronte alla necessità di dover pagare delle spese senza comunque guadagnare lo stesso budget su cui potevano contare prima. Come abbiamo detto, il settore del turismo è stato particolarmente colpito da questa situazione, per questo molti che operano in tale settore hanno dovuto ricorrere ai prestiti personali.

Si è notato che sono aumentate le richieste dei prestiti non finalizzati, per far fronte alle difficoltà che gli imprenditori del settore turistico hanno incontrato con la crisi economica determinata dall’epidemia.

L’aumento delle richieste per i prestiti personali

Danilo Arbinotti di prestitiperte.com ha studiato l’andamento dei prestiti personali dopo il coronavirus ed è emerso che c’è stata una flessione verso l’alto di richieste di prestiti da parte degli albergatori, proprio per far fronte alla forte crisi che li ha travolti.

I prestiti personali sono dei prodotti che si possono far rientrare in un credito non finalizzato. Sono delle cifre che si possono richiedere per qualunque ragione. Infatti sono detti anche non finalizzati, perché non devi dimostrare un fine particolare per il quale richiederli.

A volte servono anche semplicemente ad avere una maggiore disponibilità economica. Ci sono comunque alcuni requisiti importanti che si devono possedere per poter accedere ad una forma di credito di questo genere.

Si tratta soprattutto dell’età del debitore, che deve essere superiore a 18 anni, e della presenza di un reddito documentabile. A questo scopo si può presentare il Modello Unico o il 730, quei modelli che appunto servono per fare la dichiarazione dei redditi.

In alternativa si può presentare anche una copia della busta paga, il modello di Certificazione Unica oppure il cedolino della pensione.

I contributi a fondo perduto per le imprese

Ma non c’è stato soltanto un aumento dei prestiti personali, visto che le richieste sono aumentate anche per quanto riguarda i prestiti destinati alle imprese, soprattutto quelle del turismo. Per esempio possiamo ricordare a questo proposito alcuni elementi che hanno ricevuto parecchio riscontro nell’ambito del settore del turismo.

Basti pensare, ad esempio, in questo senso ai prestiti che rientrano nella categoria Resto al Sud, per i giovani che desiderano costituire delle imprese rimanendo nelle regioni meridionali.

Oppure, sempre a titolo esemplificativo, possiamo citare i finanziamenti che sono relativi al bando Cultura Crea. Questi ultimi in particolare si rivolgono proprio alle imprese turistiche e culturali, che possono avere anche la possibilità di ottenere contributi fino a 400.000 euro per le nuove imprese e fino a 500.000 euro per le imprese già costituite.

I finanziamenti sono erogati sia nella forma di prestiti a tasso zero sia nella forma di contributi a fondo perduto. Possono coprire le spese fino all’80% e in certi casi, come per esempio nella situazione di imprese giovanili o femminili, fino al 90%.

Per le nuove imprese del settore turistico e cultura, con il bando Cultura Crea, possono fare domanda le società costituite da meno di tre anni. La quota a fondo perduto può arrivare al 40% o in certi casi anche al 45%. La parte rimanente viene concessa a tasso zero.

Le imprese esistenti possono richiedere un finanziamento, se sono costituite da più di tre anni. Le finalità del credito possono essere rapportate alla necessità di fare nuovi investimenti, ma le cifre possono essere richieste anche per far fronte alle spese di gestione dell’impresa. In questo caso, a differenza di quanto accade per le imprese costituite da meno di tre anni, la proporzione tra la quota a fondo perduto e quella a tasso zero è differente. Infatti viene dato a fondo perduto il 25% dei finanziamenti e si può ottenere a tasso zero fino al 65% delle somme.